Molte carte per stampe e prove di stampa contengono agenti sbiancanti ottici (OBA). Questi agenti vengono aggiunti per migliorare la brillantezza della carta e migliorare l’aspetto del prodotto stampato. La presenza di questi agenti nelle carte di ultima generazione pone delle sfide ad una gestione corretta del colore, e per questo motivo sono stati definiti nuovi standard – denominati standard M – che contribuiscono a gestire e a comunicare il colore per carte che utilizzano questi agenti sbiancanti. Ecco una sintetica panoramica della situazione attuale degli standard M. Ben presto sarà disponibile un white paper particolareggiato.
Definizione degli standard M
Nell’ambito di ISO 13655-2009: Misurazione spettrale e calcolo colorimetrico per immagini nelle arti grafiche, un nuovo standard di condizioni di illuminazione per la misurazione, etichettato con la lettera “M”, è stato definito dalla International Organization Standards (ISO) per standardizzare le appropriate condizioni di illuminazione per diverse applicazioni quando i substrati contengono agenti sbiancanti. La nuova serie M migliora ulteriormente la precisione della gestione del colore dei substrati trattati con agenti sbiancanti.
- La condizione di misurazione M0 non è più lo standard per la maggior parte dei lavori nelle arti grafiche. Il metodo di misurazione principale per misurare i substrati trattati con agenti sbiancanti e i coloranti per imaging e stampa di prove, ora, è la condizione M1. ISO 13655 specifica che M0 non è consigliato per l’uso se i fogli misurati presentano una fluorescenza e vi è necessità di scambiare dati di misurazione tra gli impianti di produzione.
- La condizione di illuminazione per la misurazione M1 è stata definita per ridurre le variazioni dovute alla fluorescenza nei risultati di misurazione tra gli strumenti, causate dagli sbiancanti ottici nella carta o dalla fluorescenza nei coloranti per imaging e stampa di prove. Lo standard è diviso in due parti:
- M1 (Parte 1) specifica che la distribuzione di potenza spettrale della sorgente luminosa usata per misurare il campione deve corrispondere all’illuminante CIE D50. Questo, in genere, è definito “luce diurna D50”. È destinato all’uso nei casi in cui la fluorescenza sia presente nel substrato e/o nei coloranti per imaging.
- M1 (Parte 2) definisce il metodo per ottenere la conformità M1 valida per misurare le carte con sbiancanti ottici, ma non gli inchiostri o i toner fluorescenti, per realizzare la correlazione con le condizioni di illuminazione D50 definite nello standard di visualizzazione ISO 3664:2009. È pensato per l’uso nei casi in cui la fluorescenza si può presentare nel substrato, la caratteristica di fluorescenza deve poter essere acquisita e l’utente è certo che i coloranti per imaging utilizzati non sono fluorescenti.
- Condizione di illuminazione per la misurazione M2: Per la prima volta, uno standard ISO definisce quale esclusione UV (nota con diverse terminologie, UV-cut, No UV, o UV-filtered) deve essere osservata nello strumento di misurazione. M2 prevede inoltre un test per garantire la conformità allo standard. M2 è destinato all’uso nei casi in cui la carta contenga fluorescenza, ma si intende evitare che i dati vengano influenzati da questo aspetto.
- La condizione di illuminazione per la misurazione M3 definisce l’effetto di polarizzazione. In sostanza, M3 richiede le proprietà di limitazione UV di M2 e aggiunge una definizione di polarizzazione. La polarizzazione viene utilizzata in certi strumenti di misurazione per rimuovere o minimizzare riflessi. M3 è riservato a casi speciali di utilizzo in cui si desidera minimizzare le prime riflessioni della superficie, comprendendo anche l’uso della polarizzazione.
L’applicazione delle condizioni di illuminazione di misurazione è più chiara che in passato; attualmente, infatti, nuovi standard e specifiche stabiliscono in modo preciso che M1 deve essere utilizzato come prima scelta.
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